Benvenuti a zingaropoli

Trento- Via Torre Verde- Le radici di un intero viale alberato hanno rovinato l’asfalto: nessuno si sognerebbe mai di tagliare questi alberi secolari! Contrariamente a S.Benedetto del Tronto e Grottammare dove interi viali di Pini sono stati tagliati con le scuse più assurde!!!!!


Trento stazione- Nei paesi civili gli artisti di strada, possono suonare e fare spettacolo in apposite aree fuori dal centro abitato, in orari stabiliti. A S.Benedetto del Tronto(Ap) gli artisti di strada vanno dove vogliono e senza regole fanno fracasso sotto le finestre delle civili abitazioni!

Benvenuti a Zingaropoli

Gli ingredienti ci sarebbero tutti per un sequel della saga dei vari “Benvenuti al Nord e al sud”. Per S.Benedetto del Tronto e Grottammare (Ap), propongo “Benvenuti a Zingaropoli”. Tra fracasso ad oltranza, Notti bianche, movida alcolica, traffico congestionato, inquinamento ambientale, taglio degli alberi per i motivi più assurdi, mercati di animali e circhi, sporcizia e degrado urbano, fonica pubblicitaria a tutto volume per pubblicizzare ogni sorta di idiozia estiva, buche nelle strade e cittadini costretti a subire impotenti, forse invece che nel centro Italia, si direbbe di essere al sud, dove tutto fa folclore, pure la spazzatura!
Al turista che arriva attirato dalle belle foto patinate dei depliants pubblicitari in cui si decantano le Marche e il sesto senso (che non è l’udito martoriato dai decibel selvaggi .....) le dolci colline e il mare azzurro (magari ritoccato al photoshop) si aprirà uno scenario avvilente di degrado e inciviltà oltremisura. Personalmente ho viaggiato abbastanza, sia in Italia che all’estero, per poter fare dei confronti che saltano all’occhio: sia in Trentino Alto Adige(Trento e Bolzano) che in Austria e in Germania come in Francia e in Olanda, ho notato il rispetto dell’ambiente e della cosa pubblica, e quella sobrietà che da noi manca totalmente. Gli alberi non vengono tagliati per le radici che danneggiano l’asfalto, il verde è curato e rispettato, la movida non sanno nemmeno cosa sia (per cultura e civiltà e non per ignoranza), gli artisti di strada sono regolamentati ed hanno una zona circoscritta lontano dalle abitazioni e tabellata con orari fissi, le notti bianche non esistono, i locali chiudono tassativamente alle 24 ed è stata vietata la costruzione di centri commerciali per evitare di nuocere al commercio e di cementificare il territorio (Trentino Alto Adige). Praticamente tutto il contrario di ciò che avviene da noi. Eppure, Trento e Bolzano sono piene di turisti che visitano la zona per le loro bellezze naturali, storiche e artistiche, a riprova che il turismo si può fare anche senza movida, notti bianche e fracasso vario. Hanno capito che la tranquillità è un valore aggiunto per un luogo turistico. Da noi, invece, la chiamano “mortorio”.
E ne avremmo anche noi, nelle Marche, di cose su cui investire a livello artistico e culturale! Invece, l’ignoranza e la sottocultura hanno consegnato alla movida, l’intrattenimento estivo. Hanno scelto il turismo più becero, sulla scia dei modelli televisivi più deleteri, non si accorgono che stanno portando il paese alla deriva che la gente scappa anziché venire, mentre i residenti sono espropriati delle loro abitazioni senza alcun risarcimento. Eppure sono proprio i residenti a portare indotto al commercio per tutto l’anno,e a pagare tasse salatissime alle casse comunali, non certo i turisti! Così come le sorti di un esercizio commerciale non sono certo risollevate da una notte bianca!
Eppure i fautori delle Notti bianche accampano giustificazioni puerili, anzi, le impongono: avete presente 1984 e il Grande fratello di Orwell? Un testo da rileggere sul potere e la manipolazione dei cervelli. Quello che sta accadendo nei nostri giorni di barbarie, di regresso civile e horror vacui, con l’appoggio di sindaci e amministrazioni che farebbero bene a viaggiare di più, non per mete esotiche, ma per luoghi in cui la storia e la cultura hanno creato modi più civili di vivere, nel rispetto dei cittadini e dell’ambiente.
Modelli alternativi alla leggerezza, all’eterna festa e al chiasso pacchiano dei palchi musicali e delle Notti bianche , rosa e blu....


alle mie care ochette

Sorelle ochette

Eccole di nuovo loro, le incontro spesso quando viaggio, mi mancano molto, invece, dove vivo (non ce n'è traccia) Hanno bisogno di laghi e specchi d'acqua incontaminata, di tranquillità e di un ecosistema sano. A S.Benedetto e dintorni non potrebbero vivere, dunque.....
Così, quando le incontro nei miei viaggi sono il soggetto preferito delle mie foto e dei miei video, rimango per ore a guardarle tuffarsi nell'acqua, pescare con il becco setacciando la riva, immergersi con la testa rimanendo con la coda in aria e le zampette scalcianti. Che buffe e simpatiche le oche, e i germani reali, i cigni e le folaghe che abitano i laghetti cittadini e di montagna.
Ci sono ovunque, nel Nord Europa e nel Nord Italia, in Alto Adige, in Trentino, in Germania e in Austria e in tanti altri luoghi, ovunque l'habitat e l'antropizzazione lo permetta. E ci vuole rispetto! Gli esseri umani devono stare a debita distanza: non uccidere, infastidire, cacciare...pussa via brutti umani!
Le oche sono presenti nella misura inversamente proporzionale alla conservazione di un ecosistema; ci regalano scenette d'incomparabile poesia e ci ricongiungono alla natura..
Poveri coloro che non possono godere della loro bellezza, della loro intelligenza, della loro placida quiete. Grazie care ochette di esistere!!!! L'unica oca stupida è l'essere umano, capace di farvi arrosto!

Depero -la danza dei diavoli


A Rovereto la galleria museo Depero

Artista futurista, figura e personalità di spicco del movimento che rivoluzionò il segno grafico e pittorico, abbattendo gli stereotipi dell'arte classica, ha avuto i suoi natali in quel di Rovereto (Tn). Pochi italiani lo sanno, come sempre. Bisogna capitare per caso nei luoghi d'Italia, dove inaspettatamente si scoprono gioielli e scrigni di immagini e colore di cui riempirsi gli occhi e l'anima.
Fuori dai circuiti commerciali del turismo di massa, Rovereto è una piccola cittadina discreta e graziosa con i suoi palazzi decorati, e le antiche botteghe, sovrastata dal castello che ospita il museo della guerra. Della guerra m'interessa poco, preferisco i colori dei quadri e degli arazzi della casa museo di Depero che ha sede in un antico palazzo . Leggo che l'idea del museo nacque nel 1957, con una convenzione stipulata tra Depero ed il Comune di Rovereto il quale, in cambio della produzione artistica dell'autore, destinava uno stabile della Rovereto medioevale, l’ex sede del Monte di pietà, per collocarvi permanentemente le opere del maestro futurista. Circa 3000 gli oggetti lasciati dall'artista alla città, fra dipinti, disegni, tarsie in panno ed in buxus, collages, manifesti e locandine, mobili, giocattoli e prodotti d'arte applicata. La collezione costituisce anche eccellente panoramica sull'intero futurismo italiano.
L'arte di Depero ha contraddistinto un'intera epoca, lo stile geometrico delle figure non può che non richiamare alla nostra mente la nota pubblicità del Campari degli anni '30 , ma anche i robot del film Metropolis (1927) e le linee squadrate delle architetture dell'arte littoria.
D'altra parte, Depero interpreta la sua epoca, l'avanzare della meccanica, dell'era tecnologica ed esprime il bisogno d' innovazione e modernità in un clima politico che si orientava invece all'appiattimento totalitario delle dittature.
Non per questo Depero fu un ribelle e un sovversivo, anzi, al contrario fu uomo del suo tempo, e sposò le idee del regime.
Non giudichiamo l'uomo ma l'artista, dunque, che in quanto a creatività, coraggio innovativo e sapiente maestria cromatica, ci ha regalato visioni oniriche e fantastiche che risvegliano la fantasia, le emozioni e ci fanno volare, almeno con la mente, oltre il nostro limite terreno e mortale. Magia dell'arte!