Da lungo tempo...


Da lungo tempo...

non scrivo nel blog da  lungo tempo, un tempo attraversato da un apocalittico evento arrivato come una maledizione divina a cambiare il nostro delirio di onnipotenza su tutte le cose. Secondo me il divino altro non è che la Natura, è lei che si è ribellata ai soprusi dell'uomo ricordandoci il suo delicato e fragile equilibrio. 
Mai come in questo momento storico dobbiamo essere coscienti della necessità imprescindibile di cambiare rotta, di finirla con il maltrattare l'ambiente e gli animali, perché la natura sa come farcela pagare, ricordandoci che non siamo i padroni del Creato. 
Malgrado ciò, gli allevamenti intensivi, emblema dello sfruttamento animale che causa pandemie e malattie epidemiche, continuano a pieno regime  a nutrire orde di carnivori sanguinari a riprova della violenza che caratterizza la nostra inciviltà. Lo stesso essere umano (uomini e donne) che poi pontifica ovunque su pace, etica e amore, nutre il peggiore ingranaggio di barbarie che immola ogni anno milioni di animali indifesi, carne da macello, meno di oggetti, per chi se ne nutre.
Lo dicevano da lungo tempo gli ambientalisti e gli animalisti tutti quegli "isti" verbalmente ghettizzati. E pensare a quanto avevano ragione, ora, ma io non ne ho mai dubitato, mi viene in mente quella famosa frase:
"Ogni verità prima si deride, poi si combatte e alla fine si accetta";
ma anche una delle mie poesie preferite:
 "UOMO DEL MIO TEMPO" di Salvatore Quasimodo.

    Sei ancora quello della pietra e della fionda,

    uomo del mio tempo. 
    Eri nella carlinga,con le ali maligne, le meridiane di morte,
    t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
    alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
    con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
    senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
    come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
    gli animali che ti videro per la prima volta.
    E questo sangue odora come nel giorno
    Quando il fratello disse all’altro fratello:
    «Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
    è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
    Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
    Salite dalla terra, dimenticate i padri:
    le loro tombe affondano nella cenere,
    gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.



Forse è troppo tardi per tornare indietro e le generazioni future dovranno trovarsi un altro Pianeta dove abitare, sperando che non distruggano anche quello. Non posso fare molto per cambiare le cose, spesso ci ho provato con l'entusiasmo dei vent'anni, scontrandomi con il becerume dilagante. Ho cambiato i miei punti di vista con il tempo, perché la vita c'insegna a non credere nella giustizia, e nell'essere umano in genere. Ma ormai  conscia che la libertà è un lusso per pochi e il potere in ogni sua forma mette in luce il peggio dell'essere umano, credo nel rifugio della lettura, anche quello di una semplice fiaba che parli al nostro cuore con la gentilezza di un fiore.
Perdendoci nelle pagine di un libro possiamo ascoltare la voce del vento, dell'acqua e del sole, e il grido di dolore di ogni cosa che vive e respira sulla Terra. Per capire, come disse Seneca, che:
"Siamo onde dello stesso mare, fiori dello stesso giardino, foglie dello stesso albero".
E quando avrai capito ciò potrai essere come loro, una creatura migliore.


Buon ascolto 

con "ALI DI FUMO"