acquerello di Primavera

Nostalgia della tecnica ad acquerello 

Dopo tanta illustrazione digitale per il secondo libro di Verde Quiete (di prossima pubblicazione) ho voluto riprendere in mano tubetti, carte e pennelli per provare di nuovo l'emozione dell'illustrazione artigianale. Un acquerello non lo puoi fare con nessun pennello digitale, l'acqua non è riproducibile dai pixel!
Fanno sorridere i pennelli digitali denominati "acquerello" perché non riescono assolutamente a dare l'effetto materico e sfumato, lieve e delicato che solo il vero acquerello può dare, quando riesci a mescolare la giusta quantità d'acqua e di colore per guidare il pennello verso la sfumatura e la  tonalità giusta. La mano non fa che obbedire alla testa, ed è un miracolo vedere materializzarsi da un gesto e da una mescolanza alchemica di colori un'immagine che susciterà un'emozione, un tassello di una storia di un libro che qualcuno leggerà. Ma la delicatezza dell'acquerello non s' addice alle esigenze di libri sempre più squillanti, come cartelloni pubblicitari, distesi sui banchi delle librerie. Inoltre i colori ad acquerello nel tempo scoloriscono e gli originali sulla carta perdono di leggibilità. Mentre il digitale sembra perenne, non invecchia e si adegua alla velocità dei tempi moderni, perdona gli errori, è riproducibile e ci permette performance eccellenti. Peccato che dopo un po' si sente la mancanza del vecchio pennello di setole, e di quel lavoro imparato a scuola quando il digitale nemmeno esisteva: l'ardua fatica del tagliare e squadrare i cartoncini, del lavare i contenitori sporchi di colore, del cercare uno spazio in casa per lavorare senza fare disordine, del cercare la perfezione e l'armonia pennellata dopo pennellata, con il respiro sospeso perché quando si sbaglia si devono buttare ore e ore di lavoro, per una sbavatura di troppo, per un colore troppo scuro e sporco, per un nonnulla. Perché nell'illustrazione bisogna essere più che precisi, più che armonici, più che critici e molto molto umili. L'illustrazione non perdona l'arroganza, la vanità e la supponenza. Ti ridimensiona subito, perché non sei mai arrivato da nessuna parte perché l'arte è opinabile e discutibile, perché di fronte alla sua grandezza non siamo assolutamente nessuno se non dei tramiti, perché non ti dà alcuna soddisfazione economica e in fondo l'arte non serve a nessuno, se non a te stesso, a volte.